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~ In questo nostro Paese c'è rimasta soltanto la Speranza; Quando anche quest'ultima labile fiammella cederà al soffio della rassegnazione, allora chi detiene il Potere avrà avuto tutto ciò che desiderava!

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Una marcia di 60.000.000 di uomini

13 lunedì Mag 2013

Posted by giacomoroma in Personali, Politica, Riflessioni

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Tag

conflitti, falsità, Grillo, L'unità del popolo, M5S, Movimento 5 Stelle, notizie, PD, PDL, Politica, Processi Berlusconi, Riflessioni, Rivoluzione, voce do Popolo

manifestazione2

 

Si avverte a stento, è  ancora soltanto un brusio, come quel rumore lontano che si percepisce  appena, quando le prime bollicine rilasciano timide la loro reazione primaria al calore, ma che danno il segnale, chiaro e inequivocabile, che di lì a poco sentirai il rumore sussultorio dell’ebollizione!

Così è quest’Italia oggi, una sorta di grande pentola a pressione senza valvola di sfogo, lasciata pericolosamente bruciare sul fuoco della disperazione, della delusione, dello scontento generale e della sensazione che, nonostante si cerchi di combattere con le unghie e con i denti, questa grande giostra chiamata quotidianità, fatta girare sempre più velocemente da un macchinista – lo Stato – sadico, ingordo e impazzito, ci stia togliendo ogni mezzo con il quale tenerci stretta ancora una piccola fetta di dignità. E una pentola a pressione che non si lascia sfiatare mai, per una questione fisica è prossima all’esplosione.

Un paio di giorni fa, a Brescia, il Sig. Berlusconi ha tentato ancora una volta di parlare in Piazza, di andare a fare opera di convincimento e, soprattutto, è andato com’è il suo solito – ormai dopo ogni processo che lo riguarda – a lamentarsi di una magistratura che lo “perseguita” da ben 20 anni.

Ma questa volta le cose hanno preso una piega molto diversa da quella della scorsa volta a Bari, perché l’esasperazione della gente comincia a raggiungere livelli che superano la soglia di sopportazione comune, e così, il nostro B., si è ritrovato una Brescia completamente spaccata in due, dove la metà della Piazza anziché osannarlo come di solito lui è abituato sentirsi, l’ha attaccato, offeso e insultato senza troppi riguardi.

Questo atteggiamento di massa, questa mobilitazione di gente che si è mossa in contemporanea per andare a gridare la propria rabbia e frustrazione, non però contro lo Stato nella sua totalità come di solito accade, ma nei confronti di una persona ben precisa, è un avvenimento direi indicativo  rispetto a quello che potremmo chiamare il “termometro” della disponibilità e dei buoni propositi.

Il popolo è stremato, stanco, sfiancato dalle promesse mai mantenute, dalle aspettative mai realizzate, ma, soprattutto, è stanco di dover rinunciare a tutto sempre e soltanto lui. Mentre, tra l’altro, continua a vedere lo stesso identico atteggiamento di sempre, e se vogliamo ancora più antipatico perché spacciato per un atteggiamento nuovo e propositivo da parte del Governo.

Abbiamo assistito per l’ennesima volta ad una presa per il culo colossale, ci siamo dovuti cibare questa grandissima barzelletta del Governo delle larghe intese, spacciato come unica soluzione di Governo, “perché non c’era altra alternativa”, perché il Paese aveva bisogno di ripartire, perché ci stavamo avvicinando sempre di più al baratro economico (è possibile fare di più??) e così via. Ma le cose, come sappiamo, stanno molto diversamente.

 

Se ci fermassimo un momento e ci regalassimo 10 minuti solo per ascoltare gli altri, ci accorgeremmo immediatamente che la necessità primaria che ogni politico e militante di                                                                                      qualsivoglia partito sente, è quella di trovare più errori possibili da attribuire al “nemico”.                                                                                     

Il PD ha condotto una campagna elettorale tutta all’insegna del “MAI E POI MAI AL GOVERNO DI LARGHE INTESE CON IL PDL”, “NON SCENDEREMO MAI A COMPROMESSI CON BERLUSCONI”, e poi… eccoci qua. In pratica il Governo ce l’ha in mano lui.

 

La cosa assurda, poi, è che ognuno deve trovare un capro espiatorio per sbarazzarsi delle proprie responsabilità. Il PD, per la nascita del Governo che abbiamo oggi, dà la totale responsabilità al Movimento 5 stelle in quanto – a sentir loro –, la situazione attuale si è venuta a creare in seguito agli innumerevoli tentativi di Bersani di formare un Governo PD/M5S, e da quest’ultimo rifiutati.

Ma ovviamente chiunque sia dotato di un minimo di buonsenso e di lealtà intima e personale con se stesso, sa benissimo che non è così, se non altro perché la prospettiva di un tale Governo non era mai stata neppure ipotizzata da chicchéssia, ma piuttosto, ciò che era stato proposto, anzi, richiesto da Bersani,  era la fiducia – da parte dei 5* –  ad un Governo PD guidato dall’ormai ex segretario, cosicché B. ne restasse fuori e non tornasse a Governare. Ma questo è ben diverso dal proporre un Governo da guidare insieme.

Quindi credo che il Partito Democratico debba prendersi le proprie responsabilità se oggi c’è un Signore chiamato Berlusconi che sta lì, ad influenzare nuovamente ogni decisione che riguarda il nostro Paese.

Questo anche perché, a conti fatti, prima di questo 2013 il M5S in Parlamento non esisteva affatto, ma questo non ha impedito a D’Alema, Bersani e compagnia bella di dare supporto al PDL per i vent’anni del regno Berlusconiano, con il quale hanno sempre cooperato e sub-governato. Quindi non capisco come mai oggi si senta tutta questa necessità di riversare la colpa sui 5* per la presenza di B. nella pole position del nuovo Governo.

Forse sarà esattamente per il fatto che questa volta c’era il Movimento 5 Stelle, e quindi un’alternativa, che ora sanno di non avere scusanti cui aggrapparsi?

Non si sa. Ciò che si sa, però, è che l’alternativa c’era davvero, concreta e reale! Ed è stata trascurata per pura antipatia nei confronti di chi, lecitamente, ha opposto duro contrasto a tutto ciò che ha ritenuto fosse inquadrato in direzione della  vecchia mentalità politica, e non per pazzia o divertimento, ma per una ben più concreta e inopinabile sfiducia, provocata da vent’anni di magheggi, sotterfugi e vere e proprie rapine ai danni del popolo.

 

Mi piacerebbe, però, che per una volta almeno noi – i cittadini, e non i politici –  riuscissimo si, ad analizzare ciò che il Governo ci sta riproponendo, ma che lo facessimo da popolo compatto, lasciando al di fuori dell’analisi ogni ostilità ideologica, ogni fede di partito, unendoci tutti in quel corpo unico chiamato Popolo che al di là delle militanze e della politica, ha gli stessi scopi e le stesse necessità. Perché solo così riusciremo ad essere più forti di loro, soltanto così potremo ritrovarci ad essere una moltitudine di persone. Ma omogenea e solida.

 

Se infatti riuscissimo a ragionare distaccandoci da quelli che sono i preconcetti partitici, che tanto ci distanziano come colori politici, quanto come persone in termini di visione della vita pratica, riusciremmo a rompere quelle enormi barriere alzate negli anni e alimentate proprio dall’attività politica stessa, dalle  idee che propone e genera, ma anche dalle sue utopie; dalle sue speranze, così come le sue illusioni.

Ecco, se riuscissimo per un attimo ad uscire da questi parametri, ci ritroveremmo in un secondo ad essere un unico, grande, enorme, immenso plotone: gli Italiani nella loro totalità! Una Testuggine di 60.000.000 di persone che attaccherebbero di petto questo Stato ladro e maledetto, che da più di vent’anni non fa altro che i propri interessi!!

Questo significherebbe abbattere ogni distanza tra noi, e, di conseguenza, togliere una grande forza, un’enorme risorsa che da sempre i Partiti utilizzano per tenerci sotto controllo.

 

Finché riusciranno a tenerci spezzettati  in mille tronconi (SEL, Fratelli d’Italia, PDL, PD, UDC, Scelta civica, M5S etc.), e di conseguenza anche distanti in termini di ideologie, noi ci ritroveremo sempre in una condizione di minoranza, non numerica, è ovvio, ma una minoranza di forza intesa nella totalità del suo significato, e cioè forza verbale, d’impatto, persuasiva e chi più ne ha più ne metta. E perché no, anche forza fisica!                                         

Voglio dire che continueremo ad essere sempre troppo prevedibili e controllabili. Proseguiremo a fare manifestazioni più o meno pacifiche, composte da un numero approssimativo di persone già da loro fin troppo conosciuto. Sapranno sempre come tenerci a bada, come arginarci, e questo perché oggi terrà una manifestazione il PD, domani il PDL e dopodomani Il Movimento 5 Stelle e così via.

Ma che cos’è che differenzia i sostenitori del PD da quelli del PDL, e quelli dei 5* da quelli di SEL, in termini pratici? Di vita reale??

Credo che la pressione fiscale sia insostenibile per tutti allo stesso livello, così come penso che un’età pensionabile più bassa, per mandare i nostri vecchi a godersi finalmente gli ultimi anni di vita in serenità e fare di conseguenza spazio ai giovani sia un interesse di tutti, così come sono convinto che tutti vorremmo una ripresa delle PMI per far tornare questo Paese a crescere e respirare e, diretta conseguenza, per avere più lavoro per tutti.

Insomma, potrei continuare all’infinito, ma penso di essermi spiegato.

Quello che sto cercando di dire, è che se ci togliessimo per un attimo dalla testa PD, PDL etc., diventeremmo un unico mega esercito di 60.000.000 di uomini, senza differenze ideologiche, senza stupidi rancori per cose che poi, in realtà, non abbiamo neanche fatto noi, ma chi ci Governa. E a quel punto la parola “manifestazione” perderebbe di significato, così come la parola “raduno”; e non ci sarebbero più marce su Roma, ma un’immensa marcia su quest’Italia! E a quel punto, gli rimarrebbe solo che alzare i tacchi. E pure svelti!! E inoltre non ci sarebbe Reparto Celere a sostegno di nessuno, poiché milioni di persone… puoi soltanto lasciarle passare!

 

Per chiudere voglio dire una cosa scontata, che sappiamo tutti, ma voglio ricordarla: Loro, i “lorsignori”, fanno con noi esattamente quello di cui si stava parlando qui su. Fanno finta che ci sia destra e sinistra, ma in realtà non c’è proprio più niente di tutto questo. Quella è una facciata che sono costretti a mantenere perché il Popolo possa andare a votare, e possa illudersi che nel Paese ci siano diverse posizioni, diverse mentalità, e con esse diversi modi, quindi, di intendere la vita e la governabilità del Paese.

In questo modo potranno rimanere lì, nell’Olimpo del potere e del benessere fin quanto vorranno, e fin quando, NOI, glielo permetteremo!!

 

E’ tutta un’associazione, un corpo unico, ed è ora che ci comportiamo di conseguenza. Svegliamoci ragazzi, e forse potremo cambiare, almeno in parte, questo Paese.

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Il “falso” seduce anche Quinta colonna: neanche Paolo Del Debbio si risparmia

10 venerdì Mag 2013

Posted by giacomoroma in Malainformazione, Notizie, Politica

≈ 4 commenti

Tag

Alessandro di Battista, diaria, falsità, Grillo, Lara Comi, M5S, menzogne, Paolo Del Debbio, PDL, Politica, Quinta Colonna

Del DebbioLara Comi

Due sere fa, appena terminato di guardare la trasmissione “Quinta Colonna”, non ho potuto trattenermi sulla sedia nemmeno fino alla fine dei titoli di coda, a causa di un impulso che mi ha costretto ad alzarmi immediatamente per andare a scrivere e vomitare tutte le ipocrisie e le falsità che ho dovuto ascoltare e mandar giù.

E’ tremendo, amici miei, trovarsi su un divano ad ascoltare “notizie” che non hanno alcun fondamento e sentirsi impotenti. L’impossibilità di rispondere diventa una frustrazione tremenda,      in quanto a volte vorresti zittire con tutto te stesso alcuni personaggi che usano vigliaccamente la menzogna, non appena si rendono conto di avere di fronte a sé qualcuno che è meno informato di loro, e che quindi non è in grado di contraddirli.

Con la domanda “I grillini, sono uguali a tutti gli altri?” (parlamentari s’intende, è ovvio), il Nostro Del Debbio ha affrontato un argomento che – per ciò che ci dimostra ormai da tempo – gli sta particolarmente a cuore. E questa domanda è stata rivolta, oltre che ai suoi ospiti in studio, Lara Comi (PDL) e Ana Laura Ribas, anche ai cittadini in collegamento dalla Piazza di Latina.

Come è ovvio che sia, dalla Piazza sono arrivate risposte contrastanti, ma è anche vero che la maggior parte degli intervistati (non dei presenti in Piazza, ma di coloro cui è stata data la possibilità di parlare) hanno dimostrato di essere poco informati, e quindi si sono giustamente limitati a dire ciò che pensavano sulla base della stragrande maggioranza di informazioni che arrivano da telegiornali e principali quotidiani. E con questo abbiamo detto tutto!!

Ma ciò che mi ha davvero infastidito, è stato il fatto di sentire Del Debbio e la Comi attaccare qualsiasi teoria che andasse a favore dei 5Stelle, espressa dai cittadini di Latina. E i loro contrattacchi – nel caso soprattutto della Comi –  si sono basati su una sorta di “cavallo di battaglia” utilizzato sia dal conduttore che dalla parlamentare, tutto basato sulla Diaria che dovrebbe essere riscossa dai parlamentari 5stelle, venendo meno, così – a loro giudizio –, alla parola data in campagna elettorale. Praticamente hanno passato l’intera serata ad affermare questa teoria con il chiaro intento di ridicolizzare il Movimento 5 Stelle e i suoi elettori, tacciandoli di incoerenza e poca serietà.

Adesso, non che se dicessimo le cose come stanno realmente cambierebbe la situazione che stiamo vivendo, ma credo che, a onor del vero, le informazioni dovrebbero essere date per quelle che sono, e il fatto di raccontare bugie e falsità da parte dei politici, per dissuadere una parte degli Italiani dal seguire un certo partito o movimento, e dai giornalisti e presentatori televisivi per fare gli interessi di questi ultimi, dovrebbe diventare una condotta da punire. Quantomeno da sanzionare.

Infatti, se volessimo ampliare il discorso, potremmo anche dire che la veridicità delle notizie televisive e (cartaceo)giornalistiche, sono un altro tema di cui si sta discutendo in quest’ultimo periodo, e questo proprio perché molta gente è disturbata – a volta indignata – dal fatto che le informazioni che arrivano fino a noi, gente del popolo, molte volte (direi la gran parte delle volte) sono a dir poco distorte. Per usare un eufemismo.

Molti di coloro che fanno il mestiere di giornalista, si coprono dietro a quelle tre parole, estrapolate dalla nostra Costituzione, che secondo loro li scagionano da ogni colpa: “Libertà di espressione”.

Ma credo che questa sia una bellissima frase, usata all’occorrenza per scaricarsi la coscienza da ciò che si sa di aver fatto in modo meschino, per un palese tornaconto personale e di terze persone. C’è da dire, però, e poi chiudo l’argomento, che questa “libertà d’espressione” tanto sbandierata, non credo che la nostra Costituzione la lasci propendere in direzione della menzogna e l’ambiguità, ma piuttosto la orienti verso il più nobile concetto secondo il quale ogni persona è libera di esprimere, appunto, la propria idea. Ma quando questa corrisponde a verità –  quantomeno quando ciò che si esprime rientra in un ambito lavorativo.

Il giornalista, come d’altronde il conduttore televisivo, è innanzitutto un mestiere, e come tale implica un’etica che andrebbe onorata e rispettata. Ciò che scrive il giornalista, non corrisponde alla chiacchierata da salotto o da bar, nella quale ognuno dice la propria e cerca di tenere alta l’opinione personale anche con la bugia, se quello è il genere di persona. Mestieri come quello di cui si parla, dovrebbero produrre informazioni assolutamente trasparenti e veritiere nonché imparziali, e non fuorvianti e tendenziose a seconda dei giudizi personali o, più verosimilmente, a seconda del compiacimento che, attraverso tali informazioni, si manifesta verso il miglior “offerente”. Questo è uno schifo!!

Tornando quindi al discorso principale, mi piacerebbe poter dire all’On.Comi e al Sig. Del Debbio, che con la riscossione della Diaria, i parlamentari 5* non vengono meno a nessuna parola data durante la campagna elettorale, in quanto è vero che Beppe Grillo ed il reso del movimento affermarono di non trattenerla, ma si parlava soltanto della parte eccedente le spese da loro sostenute per attività parlamentare, e rigorosamente rendicontate. Questo trova riscontro anche nel regolamento che ogni parlamentare 5* ha firmato, il quale non prevede l’intera rinuncia della Diaria ma, come appena detto, soltanto della somma restante alla sottrazione delle spese sostenute.

Tutta la logicità del discorso, si trova nel fatto che sarebbe stato assurdo ed impensabile poter chiedere a chiunque fosse venuto a lavorare a Roma, di sostenere con il proprio stipendio – peraltro già dimezzato del 50% – le spese inerenti la provvisoria abitazione, la benzina consumata in caso di riunioni organizzate in luoghi ad una certa distanza da Roma, le paghe per i vari collaboratori che per esigenze oggettive di lavoro, la maggior parte dei deputati assume etc. Queste spese, però, rimangono sempre ben distanti dall’entità dei versamenti che lo Stato riversa ogni mese sui conto correnti dei Parlamentari, e per avere una più chiara visione di ciò che sto dicendo, chiunque fosse interessato può guardare questo video (di cui vi lascio il link: http://www.youtube.com/watch?v=pcU5GozqCS0&feature=youtu.be), nel quale il Parlamentare 5Stelle Alessandro Di Battista, mostra la sua prima busta paga completa di stipendio, diaria ed altre voci delle quali renderà conto, spiegando quali sono state le sue reali spese (scontrini alla mano) e quanto – di più – in realtà avrebbe potuto mettere nel suo portafoglio. Guardatelo e vi farete una vaga idea di quanto, anno dopo anno dopo anno, ci hanno sottratto e rubato tutti questi “signori” e “signore” – come ad es. l’On.Comi che tanto aveva da chiacchierare – solamente con la diaria che percepiscono, e senza contare i rimborsi elettorali, i vitalizzi da sceicchi e tante altre cose che sappiamo.

Quindi, ricapitolando, la polemica che si è venuta a creare con questa benedetta diaria è semplice, e spero che chi ha un po’ di cervello riesca a capire questo: Siamo tutti esseri umani, e in quanto tali, tutti soggetti a debolezze. Perché dico questo? No, non per essere scontato, ma per far capire a chi ancora non vuol sentire, che portare avanti una campagna elettorale con determinati propositi non esula dal fatto che il Movimento 5Stelle sia composto da normalissimi esseri umani, e che, quindi, nel tempo sia possibilissimo e direi normale che tra questi comuni mortali ci sia poi qualcuno che, venuto a contatto con troppo denaro – improvvisamente -, ritrovatosi sotto i riflettori e sentendosi perciò al centro dell’attenzione, si sia fatto accecare da chissà quali brame di potere che l’hanno poi portato fuori strada. Ora, la differenza in tutto questo dov’è? E semplice. Sta nel fatto che quando certe persone sbandano, il gruppo, e se necessario i vertici del Movimento, cercano immediatamente di far rientrare i cattivi propositi. Ma se poi questo non avviene, e la persona persevera nel suo atteggiamento, allora come in qualsiasi altra Società, Azienda, Multinazionale, Partito, movimento e chi più ne ha più ne metta, viene L-I-C-E-N-Z-I-A-T-O.

Ed è inutile poi puntare il dito e gridare alla dittatura, perché questi sono tutti infantili e stupidi pretesti con l’intento di screditare un Movimento che sta tentando di non fuoriuscire dalle sue linee guida, quelle stesse, poi, che hanno dato modo al movimento di nascere. E di questo bisognerebbe soltanto averne ammirazione… o forse vi stava meglio quando qualcuno rubava e nessuno diceva niente? A me non stava e non sta bene!

Per il resto, la scelta a voi.

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Candidati ufficiali, foglie di fico, inciuci, volta-faccia e Franchi Tiratori

20 sabato Apr 2013

Posted by giacomoroma in Notizie, Politica

≈ 2 commenti

Tag

Amato, Berlusconi, Bersani, Candidati Presidenti, Elezioni, Franchi Tiratori, Grillo, inciuci, M5S, Marini, PD, PDL, Presidente della Repubblica, Prodi, Rodotà, Scrutini

camera-dei-deputati

Ormai dovremmo essere abituati, ma ad ogni occasione, sempre di più, la nostra classe politica ci lascia a bocca aperta, disarmati di fronte a tanta professionalità nel dimostrare quanto invece possano non essere professionali.

In questi anni ci hanno insegnato, con estrema tenacia e perseveranza, a non illuderci nel credere di aver visto tutto, perché loro, i grandi PROFESSIONISTI della Politica, per noi hanno sempre una sorpresa, e, generosamente, s’impegnano per deliziarci con i loro insegnamenti di vita volti a mutare la nostra stima nei loro confronti. E bisogna ammettere che anche questa volta ci sono riusciti. Ma ho detto a mutare la nostra stima, non ad accrescerla o a rafforzarla, ed infatti la nostra stima è mutata, ma, come sempre… in negativo.

 Per dare un senso a queste parole, è necessario però fare insieme un passo indietro nel recente, anzi, recentissimo passato.

 Torniamo quindi per un momento con la mente ai giorni del Marzo scorso, quando, analogamente ad oggi, la nostra macchina politica era impegnata nelle votazioni e nomine di due altissime cariche dello Stato, per l’esattezza la seconda e la terza carica.

Dopo i primi atti e le prime rincorse tra i maggiori partiti, da poco usciti dalle elezioni, era arrivato il momento di nominare i Presidenti di Camera e Senato. Ogni partito, ovviamente, aveva i propri candidati, ma noi ci concentreremo solo su quelli che ci interessano e che rientrano nel filo logico di questo scritto, e cioè i candidati del Partito Democratico.

 Riassaporando un po’ l’atmosfera di quei giorni, e ridando un’occhiata a ciò che stava accadendo, credo che possiamo onestamente ed oggettivamente affermare che lo scenario che si presentava agli occhi degli Italiani, era quello che vedeva un PDmenoelle – nello specifico il suo segretario On.Bersani – che rifiutava categoricamente un’alleanza con il PDL – nello specifico con il suo leader On.Berlusconi –, ma che, nello stesso momento, cercava disperatamente di trovare un appiglio cui aggrapparsi,  su quella montagna chiamata Movimento 5 Stelle che era un’assoluta novità, ma che sapeva benissimo di non poter ignorare per la solidità di consenso che aveva avuto su Scala Nazionale.

E così, mentre stavamo a guardare un M5S che respingeva al mittente ogni proposta avanzata da Bersani, con la conseguenza di attirare su di se le peggiori critiche, oltre che vere e proprie accuse di totalitarismo, fascismo e quant’altro, nonché l’accusa di essere – soprattutto –  responsabile diretto dell’immobilità  del Paese e di uccidere la democrazia, i giorni passavano e il momento delle nomine di cui parlavamo sopra si avvicinava.

La cosa curiosa, però, è che mentre tutti erano intenti ad analizzare così bene la situazione, accorgendosi di quest’assassinio della democrazia da parte dei 5*, nessuno, dico nessuno, diceva niente del comportamento – identico e spiccicato, senza la benché minima differenza – che il PDmenoelle ed il suo Segretario tenevano nei confronti del PDL e Berlusconi. Su questo, infatti, l’enorme popolo “democratico” non proferiva parola, nessuno diceva che Bersani stava uccidendo la democrazia con la sua categorica (per fortuna, almeno si può dire questo, ndr) chiusura nei confronti di B., la stessa, medesima chiusura che il M5S attuava nei confronti del PDmenoelle alle proposte di quest’ultimo.

Ma detto questo per dovere di cronaca e a onor del vero, torniamo alle nomine. Ci troviamo, così, alla sera del 15 Marzo, quando Bersani ci manda al letto lasciandoci i suoi candidati per Camera e Senato, e cioè l’On.Franceschini per la prima e l’On.Finocchiaro per il secondo.

 Passa la notte, ed il 16 Marzo 2013, giorno delle elezioni dei due Presidenti, i cittadini Italiani si svegliano e trovano non una, ma ben due sorprese su due. Nella notte appena trascorsa, il Pdmenoelle striscia nell’oscurità, e senza che nessuno lo veda chiama, incontra, confabula e accorda, e al nascere del Sole, magicamente, i candidati alle Presidenze sono cambiati: Si chiamano Laura Boldrini e Pietro Grasso! Coloro che poi, in effetti, verrano eletti con uno dei soliti sporchi trucchetti, in quanto per una questione di facciata il PDL candiderà il solito Schifani,  sapendo benissimo, però, che tra i giovani – ed inesperti – Grillini, potevano essercene alcuni che pur di non trovarsi di nuovo Schifani alla Presidenza del Senato, avrebbero optato per il meno peggio, e cioè il “candido” Pietro Grasso.

 E con questa mossa ci siamo cibati la prima tattica, o forse è meglio dire abbiamo assistito al primo inciucio di questa legislatura, conoscendo le prime due foglie di fico di questo 2013. E questo è chiaro a tutti, o a tutti coloro che hanno voglia di vedere le cose così come stanno e con obbiettività, dato che non è una sorpresa per nessuno il fatto che, quantomeno la seconda carica più importante dello Stato, è nome assai gradito al Sig.B., che lo ha sempre elogiato, arrivando addirittura a varare leggi ad personam proprio per favorire questo signore; signore che pretende di presentarsi a tutti noi avvolto in uno splendido gessato di equità e rettitudine.

 Ce ne sarebbero altre di cose da dire sul Senatore Pietro Grasso, e tante, ma poi usciremmo dai binari sui quali sferragliamo, oltre a prolungare quella che doveva essere soltanto una toccata e fuga nel passato per poterci collegare, poi, agli eventi  che ci hanno accompagnati fino alla serata di oggi.

Perciò, la domanda che immagino potrebbe presentarsi a questo punto è: “Quindi? Cosa c’entra tutta ‘sta pantomima?”

E’ semplice, la risposta è che se vi fermate a riflettere un momento, abbiamo praticamente avuto tutti un deja vù, perché Mercoledì abbiamo rivissuto un momento già vissuto, e bisognava raccontarlo per rendersi conto di ciò che sta accadendo e del pericolo che l’Italia e gli Italiani stanno di nuovo correndo, senza contare, poi, che questa volta però non ci siamo fermati alle foglie di fico, ma siamo andati ben oltre.

 Siamo a Martedì 16 Aprile, e tutta Italia sa che Bersani ha portato all’attenzione dell’autorevolissimo B. una rosa di nomi per il Colle, già da qualche giorno.

Tra questi nomi, i candidati più gettonati sono diversi, ma ce n’è uno su tutti che si trova in pole position: è il Sig. Giuliano Amato, del quale ci limiteremo a dire, senza buttare giù una Politic Biography, che ai tempi che furono fu, per l’appunto, il tesoriere di Bettino Craxi!!                                                                               

Mentre Bersani ci manda al letto per la seconda volta con un candidato ufficiale dichiarato – ricordando a tutti che siamo a Martedì 16 Aprile, ndr –,si rende però conto di non essere in una buona posizione. La Lega non ne vuol saperne di Amato e gli preferisce D’Alema; Vendola dice che sarebbe il caso di prendere sul serio Grillo, che nel frattempo ha lasciato intravedere uno spiraglio dichiarando in un’intervista al Tg1, che se Bersani e il PDmenoelle avessero votato il candidato 5* (al momento dell’intervista Jole Gabanelli) si poteva poi pensare ad una collaborazione con il “settore giovane” del Partito Democratico, e dato che a Martedì 16 Aprile il candidato 5* era ormai Stefano Rodotà, i Vendoliani ritenevano la cosa più che fattibile, asserendo, oltretutto, che bisognava prendere atto di questa nuova realtà (il M5S, appunto) per cominciare un ciclo di rinnovazione; con Berlusconi, invece, nonostante non fosse proprio del tutto contrario ad Amato – ma neanche troppo favorevole in realtà –, l’intesa era comunque lontana.

Risultato: Bersani si trova sull’orlo di un precipizio, e le numerose mani che ha dietro di sé – comprese quelle di una parte del PD (conoscete Renzi?) – sono tutte pronte a dargli una bella spintarella.

 E’ così che, nella mente di Bersani, durante la notte tra il 16 e il 17 Aprile, si fa strada il Diavolo della vecchia politica, quello stesso che lo ha guidato – a lui e a tutti gli altri – in questi ultimi vent’anni. Da perdere c’è troppo, e ancora non è disposto ad arrendersi, finché si può bisogna tentare e percorrere tutte le strade.

In un attimo tutti i buoni propositi svaniscono, questa politica è troppo complicata da gestire senza inciuci, non c’è verso, e allora bisogna correre ai ripari.

 Così, come poco più di un mese prima era accaduto con le Presidenze di Camera e Senato, gli Italiani si alzano la mattina del 17 Aprile, e invece di trovarsi un candidato di nome (non)Amato, ne trovano un altro di nome Marini. Ma questa volta,  il Segretario del Partito Democratico non sa ancora che la linguetta che ha sfilato da quella bomba a mano è difettosa e non gli darà il tempo di allontanarsi, e quella bomba… gli scoppierà in mano!!

 Il gioco si fa pericoloso, quello che sta accadendo è uno schifo, non viene rispettata neanche più l’elezione del Presidente della Repubblica.

 Un Presidente che dovrà essere il Supervisore della nostra Italia per un settennato, riprendendola per mano e restituendole valore e prestigio a livello internazionale ma, soprattutto, avendo la capacità di rimanere al di sopra delle parti in una situazione così tragica come quella che l’Italia sta vivendo oggi. Un Presidente che sappia sbattere i pugni sul tavolo se dovesse trovarsi a rivivere anche solo la metà delle schifezze che sono state consumate in questi ultimi decenni. Schifezze che non sono più tollerabili.

Ma mentre la situazione è questa, dicevamo, c’è ancora chi presenta per la seconda volta in un mese una nuova foglia di fico, questa volta di nome Marini.

 Ecco che tutto d’un tratto nasce l’intesa col PDL, che dichiara il suo favore nei confronti di Marini per parlare poi di larghe intese; la Lega è con loro e Lista Civica li appoggia. Bersani sfrega le mani, pensa “è fatta!”, ma neanche finisce il suo pensiero che la bomba a mano che stringeva gli esplode tra le mai: il PD, proprio il suo PD, si spacca. E di brutto!

Matteo Renzi intervistato da Daria Bignardi alle “Invasioni Barbariche” dice che Votare Marini oggi significa fare un dispetto al Paese, e tutti i Renziani ovviamente sono con lui, ma non solo loro, perché un sondaggio dell’ultima ora rivela 90 appartenenti al Partito che non voteranno Marini, e 30 che si asterranno con scheda bianca. In pratica, 120 voti in meno solo in casa propria. Un disastro.

Vendola ha ormai dichiarato, senza ombra di dubbio, che SEL voterà Stefano Rodotà, il candidato di 5*, ma la sorpresa al primo scrutinio supera ogni aspettativa: Marini chiuderà con 521 voti, lontano oltre 250 voti dai 672 necessari, e Rodotà, invece, sorprenderà con i suoi 240 voti, molti di più di quelli che avrebbe dovuto avere sulla carta.

 Ma lo schifo in tutto questo dove sta?

Sta nel fatto che Bersani, il Signore della Democrazia e della correttezza, ha cambiato ancora una volta il suo candidato dal giorno alla notte, anzi, scusate, dalla notte al giorno, e non l’ha fatto per il bene e l’interesse del Paese, ma palesemente per una questione matematica. E la cosa che sbalordisce di più, è che alla fine questa matematica l’è andata a ricercare a casa di Berlusconi, colui il quale fino al giorno prima aveva perentoriamente respinto, escludendo nel modo più assoluto l’ipotesi di un Governo con il PDL. Ma trovatosi con le spalle al muro, senza avere alcuna alternativa se non quella di dover mollare, alla fine ha ceduto all’inciucio che da 60gg. il Cavaliere gli proponeva, e cioè quello secondo il quale Berlusconi avrebbe votato un nome dato dal PD per il Colle, se in cambio Bersani avesse acconsentito ad un Governo PD-PDL.

 Ma siccome questa nostra politica è piena di schifezze, e tra i ladri, i papponi e i puttanieri ci sono anche i traditori, questa volta, almeno per adesso siamo salvi. Voi direte: Ma che dice questo?

Eh si, proprio quello che avete sentito, perché se non ci fossero stati anche i “santi” Franchi Tiratori, forse ora quest’inciucio sarebbe riuscito.

 (Il secondo scrutinio non lo riporto, ma comunque è andato peggio del primo per il PD, si stavano riorganizzando, ndr).

 Ma Bersani è pieno di risorse, e lui dice che si spreme per noi, infatti passa un’altra notte, quella tra il 18 e il 19, e a sorpresa gli Italiani si ritrovano con un altro candidato PD per la presidenza della Repubblica: Romano Prodi.

 Ed è così, che a questo punto, con il volta-faccia abbiamo tutto!!

Berlusconi e tutto il PDL s’infuriano, dicono che dopo questa scorrettezza agiranno di conseguenza, la Lega non accoglie la nuova candidatura con più entusiasmo del PDL, mentre invece SEL dice che appoggerà Prodi. Ma c’è qualcun altro che ha da dire due paroline a Bersani, ed indovinate un po’? E’ il mite Uomo delle Banche, Sir Mario Monti, colui che ha messo il suo piedino e quello dell’Europa sulla nostra testa e ci ha dato una mano ad annegare. Fatto sta che Mr. Lista Civica dichiara di non avere nulla contro Prodi, ma che Bersani ha sbagliato i modi, ha agito male. In sostanza, è una questione di forma! Ma anche con i suoi modi diplomatici di dire le cose, stavolta Mario Monti una cosa giusta l’ha detta, e cioè che il Sig.Bersani, non ha assolutamente pensato al bene e all’unita del Paese, ma con la sua nuova candidatura, ha solamente pensato e disperatamente tentato di ricompattare il suo Partito. E questa è un’altra schifata del Signore della Democrazia e della correttezza. Non credete?

 Comunque, il Partito Democratico inneggia al nome di Romano Prodi, le crepe sembrano risaldarsi e il gruppo ricompattarsi, all’unisono sostengono quello che dichiarano essere un grande uomo, personaggio d’alto profilo ma soprattutto d’unione per l’Italia del momento.

Quindi, con questi presupposti, si riparte per il terzo scrutinio, nel quale però PD e PDL si astengono. Il PDL per le sue buone ragioni, il PD per tattica, e la cosa sembra ovvia. Al quarto Scrutinio il Quorum scenderà da 672 voti alla maggioranza semplice, e cioè la metà dei voti totali più uno, ossia 504. E a questo punto l’elezione di Romano Prodi sarà molto ma molto probabile. Considerando i voti PD sulla carta – 496 – gli mancherebbero soltanto 8 voti. Il Presidente della Repubblica sembra già eletto.

 Si passa così alla terza votazione con 465 schede bianche e 250 voti per Rodotà. Siamo alla resa dei conti, il pomeriggio si farà la quarta votazione. E forse al PD sembra proprio fatta.

 Nel frattempo, per avere un’ulteriore fotografia della nostra Italia e di chi la Governa, che sembra ancora non avere capito niente, possiamo citare un paio di episodi che la dicono lunga su quanto questi 4 Politici da strapazzo prendano sul serio il nostro Paese, questo momento storico, ma soprattutto quanto rispetto abbiano per le persone che tutti i giorni (compreso oggi stesso) si stanno togliendo la vita perché rimaste senza un lavoro e/o per la disperazione che provano nel vedere un figlio vivere nella povertà a “causa” loro.

Beh, gli episodi che volevo portare all’attenzione di tutti sono due, principalmente: il primo si riferisce ad una donna, l’On.Alessandra Mussolini, che oggi, veramente con poca classe, poca professionalità e cattivo gusto, è entrata alla Camera con una maglietta che riportava sulla schiena la scritta: “Il diavolo veste Prodi”.

Ora, una scritta del genere sulla maglietta, letta in un altro contesto quale potrebbe essere un comizio di piazza, poteva anche far sorridere ed essere considerata di sana provocazione, o uno sfottò, ma portata all’interno di un contesto nel quale è in corso l’elezione del Presidente della Repubblica, specialmente nella situazione in cui ci troviamo, non so, sembra davvero di una bassezza unica e sintomo di poca intelligenza. La bravata comunque le è costata l’allontanamento dall’Aula da parte della Presidente Boldrini.

Il secondo episodio, invece, si riferisce direttamente alle votazioni, nel senso che ci sono veramente tante persone che non hanno capito quant’è seria la situazione, e che continuano a giocare scrivendo sulle schede voti tipo: capitan Ultimo, Versace, Prada  ed altre cavolate del genere.

Qui l’Italia va in pezzi e loro giocano, ecco chi è parte della nostra classe politica.

 Ma ora siamo arrivati al quarto scrutinio, dal quale PDL e Lega si astengono, e qui c’è la sorpresa vera: Prodi 395, Rodotà 213, Cancellieri 78, D’Alema 15, altri 13 etc.

 Insomma, la fotografia sembra nitida. Se consideriamo soltanto i voti sulla carta del PD, gliene mancano ben 101. Una marea.

Se adesso però consideriamo anche che PDL e Lega si sono astenuti,  e che Rodotà, avendo in ogni caso preso molti più voti dei 163 d’appartenenza ai 5*, ha comunque perso – rispetto alla votazione precedente (250 voti) – 37 voti. Possiamo, perciò, facilmente intuire che i Franchi Tiratori a favore del M5S, sono anche tra le fila del PDL (più probabile) e della Lega (meno probabile), non solo, quindi, tra i militanti del PD come si diceva.

 Quindi, carissimi Italiani, come vedete se non mandiamo veramente tutti a casa, qui le cose non cambieranno MAI!

Nonostante il nostro Paese sia ad un bivio economico, nonostante la gente per bene si tolga la  vita perché incapace ormai di sostenere la pressione dell’umiliazione e della vergogna, nonostante le migliaia di parole spese, la televisione, il web, ed ogni altro mezzo di comunicazione di cui oggi ci serviamo per gridare basta e urlare la nostra disperazione, eccoci qui, a doverci raccontare sempre le stesse cose, prendendo atto che chi si trova lì su, nell’Olimpo del potere, ancora gioca e confabula, trama e organizza, osserva e dirige.

 Dopo questa giornata, le notizie che sono arrivate sono state quelle del ritiro di Prodi, e delle dimissioni di Bersani e Rosy Bindi. Ma ovviamente le cose sono legate a doppio filo. Con le dimissioni di Bersani la candidatura di Romano Prodi non aveva più motivo di esistere.

Le prime dichiarazioni che si sono sentite, sono state quelle in cui Bersani diceva: “nel nostro partito uno su quattro è un traditore. Niente di più vero, ma per quanto ancora voleva insistere? Era ovvio che fosse arrivato il suo momento, e a prescindere dall’elezione o meno di Prodi. Ormai Bersani s’era giocato molte più carte di quelle che aveva, era già finito ma non lo voleva ammettere. Questa è stata la scusa perfetta, e meno male che ha avuto almeno l’intelligenza e la compiacenza di prendere la palla al balzo.

 Ore 22.50 di questa sera, la Santanchè è da Vespa, il quale gli rivolge una domanda: “Cosa farete ora?”

La Santanchè: “Berlusconi ha detto che ci va bene qualsiasi nome proposto dal PD!

Vespa di nuovo: “Se vi proponessero la Cancellieri cosa fareste? Votereste anche lei?”

La risposta della Santanchè è vaga, ripete pressappoco ciò che ha risposto in precedenza, ma non chiarisce sulla Cancellieri.

Così il programma va avanti e 25 minuti più tardi, alle ore 23.15 arriva un’ANSA, è Berlusconi che dice: “Si, va bene, voteremo pure la Cancellieri ma solo se la voterà anche il PD!!”

 C’è altro da aggiungere??

 Se il PD adesso dicesse di candidare Malgioglio, il PDL voterebbe anche lui, perché tra questi politicanti l’interesse principale non è il Paese ma le poltrone, e questa ovviamente non è certo una novità che si svela qui, soltanto che la speranza era di non vedere più un attaccamento agli interessi così sfacciato, spudorato, ed invece questa è l’ennesima prova che non si può cedere, non si può dare fiducia, non si possono fare alleanze. Questa gente non cambierà mai, ed è logico che sia così, perché ogni uomo che ha abitato la propria casa per tanti anni, non si fa dare lo sfratto dal primo arrivato, ma la difende con i denti, altrimenti per strada ci finisce lui.

 Berlusconi ora ha una paura fottuta che Grillo e il Movimento 5 Stelle possano finalmente prendersi il posto che cercano.

Bersani è fuori gioco, Rodotà ha preso molti più voti del previsto, Prodi s’è ritirato, e con Grillo che ha aperto ad un’eventuale inizio di collaborazione con la frangia giovanile del PD – se quest’ultimo avesse sostenuto il candidato 5* –  la situazione si fa pericolosa per B., perché vorrebbe dire che il PD tornerebbe nuovamente a dialogare con Grillo, che questa volta potrebbe starci, e di conseguenza Berlusconi e il PDL verrebbero esclusi dai giochi!!

 Ovviamente questa è solo una delle possibili strade, ma magari non andrà così, anche se per il bene del Paese sarebbe certamente la migliore soluzione.

 Così, per chiudere, possiamo dire che in appena due giorni abbiamo visto di tutto: Candidati ufficiali, foglie di fico, volta-facce e Franchi Tiratori…

 

                                ALLA FACCIA DELLA DEMOCRAZIA!!!

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