Il Carcere era quello di Roma Rebibbia, era il 04 Luglio 2011 ed erano le 16.30, l’ora della Posta. Avevo appena ricevuto una brutta lettera, le solite discussioni che si fanno con la propria ragazza quando una è fuori ad aspettare, e l’altro è dentro a pensare alle cazzate che ha commesso nella vita, promettendosi che sarebbe stata l’ultima volta.
Così stai lì che cerchi di farti passare il tempo il più in fretta possibile, ma, come sempre, un minuto sembra un’ora, un’ora un giorno e un giorno un mese. E ricevere una brutta lettera è una delle cose più frustranti che esistano in quel posto, se non altro perché il senso d’impotenza che ti vivi per non poter rispondere nell’immediatezza; il non poter chiarire subito una situazione che non ti fa dormire, specialmente quando questa riguarda te e una persona che ami, bè, a volte è una vera e propria tortura.
Quindi avevo deciso di mettermi a guardare la TV ed isolarmi per un po’ dal resto dei compagni di cella, non volevo sentire più nessuno. In televisione si parlava di Berlusconi, di tutte le cose che aveva promesso di fare ma non aveva fatto, dei suoi processi e le eventuali condanne che, se anche fossero arrivate, non avrebbe pagato perché coperto e protetto dall’immunità regalata dal suo Status. E io, che invece stavo in galera a pagare per i miei errori, e l’unica immunità che avevo era quella dalla Libertà, non potevo più starlo a sentire.
Perciò mi tirai su e mi misi seduto sulla mia branda, con la testa che mi scoppiava e un senso di inquietudine che non so spiegare, presi un foglio e una penna e questa stupidaggine qui sotto è quello che uscì fuori…
“Noi qui a paga’, e er Governo a cazzeggia’”
E’ inutile cor nervoso mettese a scrive ‘e stronzate,
specie quanno ce so’ ‘ste cazzo de giornate.
C’hai ‘na bomba dentro ar petto
che nun te lascia manco ‘n pizzico de posto,
‘n’ansia che te scoppia dentro e nun se spiega,
che te s’attorcina addosso e nun se slega.
Voresti interompe er processo cerebrale,
e te senti chiuso ‘n gabbia, proprio come ‘n animale.
C’hai ‘a testa che è come ‘n fiume ‘n piena,
so’ pensieri maledetti che t’esplodono a catena.
Io ‘sti momenti spaccherebbe tutto quello che c’ho ‘ntorno,
è ‘n difetto mio da sempre, nun me rendo proprio conto.
E così ritorno sur pensiero che ‘sta galera tutto fa…
Tutto tranne er fatto de dovette rieduca’!!
Sento decisioni de Camera e Senato, ascolto notiziari e leggo li giornali,
e l’unica cosa che esce fori è che so’ loro i criminali.
Tutta Politica, propaganda e” Reality mascherati”,
che mettono su scala Nazionale ‘e tragedie de tanti pori disgraziati.
Me viene er vomito quanno vedo alla TV,
immagini de Carceri che nun hai mai visto solo TU!
TU che l’hai vissuti, TU che l’hai abitati,
e che quanno esci pòi torna’ solo a fa’ i reati.
Perché dietro a quello che ve fanno vede… muri belli, puliti e colorati
ce sta ‘n popolo de fantasmi abbandonati!
Nun fraintendete ‘ste parole, perché nun dò spazio ar vittimismo,
metto solo in evidenza ‘st’infausto Stato e er suo cinismo.
Semo boni tutti a mostra’ ‘e cose ‘n po’ più belle,
è come da’ a li regazzini ‘n par de caramelle:
mentre se le magnano so’ felici e soridenti,
ma come finiscono da succhialle già ‘n so’ più contenti.
Questo pe’ divve che ‘n se ponno pia’ per culo manco più ‘e creature,
e allora senza tante pantomime, mostrate ar Monno le immagini più dure!
Fate vede a tutti quanti co’ ‘sta pseudodemocrazia com’è che ce trattate,
nu’ nasconnete co’ codardia l’abusi che ce fate!
Guardie aroganti e prepotenti che ce istigheno a porta’ a galla certi nostri atteggiamenti…
Ma come… nun dovevamo esse rieducati a torna’ persone più decenti?
Celle do’ ‘n c’è un metro quadro pe’ cristiano,
do’ ‘n c’hai spazio manco pe’ usa ‘sta penna che c’ho ‘n mano.
Stamo chiusi dentro a gabbie superaffollate,
e poi se meravijeno si se pìamo a sgabbellate!
“Guardate questi delinquenti, proprio non vogliono cambiare!”
Ma fatela finita che sete VOI da carcerare!!
Ce so’ detenuti a fasse l’anni co’ ‘n furtarello sulle spalle
e voi sete boni a raccontacce solo balle.
Noi guardamo ‘e sbarre alla finestra, e quanno se giramo ‘a cella già è finita,
poi vedemo Berlusconi fori a fa’ ‘a bella vita.
LUI, che c’ha du’cento procedimenti aperti da affrontare,
e se ne sta a palle all’aria co’ l’Immunità Parlamentare!!
Che bell’esempio che ce dà ‘sto bel Governo,
quasi quasi me candido a Ministro dell’Interno.
Eh si, perché pòi esse pure n’ delinquente pe’ ‘sto Stato,
però devi sta’ almeno o alla Camera o ar Senato.
Quante belle stronzate che sentimo,
ma poi semo l’unici che li sbaji li pagamo.
Allora sapete che ve dico??
Che se dovessi famme accompagna’ da quarche d’uno dentro a ‘ste Galere,
con ossequi e corettezza io direi: “Faccia strada Cavaliere”!!!
Giacomo P.
cetriolosolitario ha detto:
ma chi l’ha scritta???
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giacomoroma ha detto:
He he he… come chi l’ha scritta? Io. L’ho spiegato inizialmente com’è nata.
Ciao cetriolo, grazie della visita…
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cetriolosolitario ha detto:
Scusa non ho letto tutto il blog ma sembrava l’avessi presa da un’altra fonte.
Beh non ho parole… Spero che sia passato.
Un abbraccio
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giacomoroma ha detto:
Figurati cetriolo, non devi scusarti di nulla, ci mancherebbe.
Beh, che dire, dopo 4 lunghi anni è finita anche questa. La mia vita non è stata certo rosa e fiori, ma come si dice… “chi pe’ ‘sti mari va, ‘sti pesci pija”!
Sono una persona buona, a volte anche troppo, ma quando nella vita lasci aperta la porta sbagliata, e permetti alla droga di farti visita, poi ti accorgi – anche se ormai è tardi – che LEI, come un ospite balordo e invadente non vuole lasciare più la tua casa, e cacciarlo via diventa la cosa più difficile del Mondo.
A quel punto la vita te la rovina in ogni maniera possibile: ti distrugge i rapporti – d’amicizia, familiari e sentimentali, senza alcun riguardo o differenza –, si mangia pian piano la tua autostima, in modo e maniera che l’unico conforto riuscirai a trovarlo attraverso di LEI, anche se è un conforto effimero. E poi si ficca lì, nella tua testa, e comincia a fare radici sempre più forti e profonde, così profonde che per estirparle si porta dietro ogni volta un pezzetto della tua anima.
Questa disperazione che è capace di creare ti fa sentire spesso sconfitto, spegne tutte le luci e ti convince che non c’è via d’uscita. E così, l’unica cosa che ti rimane è stare con LEI, e per averla ti costringe a fare anche ciò che non vorresti. A quel punto ha posto anche il suo ultimo sigillo, quello della rovina della tua esistenza. E tu ti ritrovi dietro a sbarre d’acciaio, blindati e muri di cemento armato!
State lontani dalla droga. SEMPRE!!!
Grazie delle tue parole, cetriolo. Ciao…
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elinepal ha detto:
Bellissima!
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giacomoroma ha detto:
Grazie della visita e dell’apprezzamento elinepal, troppo gentile.
Ci si vede in giro. Magari prima dalle tue parti, visto che verrò a farmi un giretto per visitare il tuo blog.
Ciaoooooooo… 🙂
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Pattyrose ha detto:
Bel vernacolo, molto bravo! Buona giornata 🙂
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giacomoroma ha detto:
Cavolo Pattyrose, “vernacolo”, sai quant’è che non sentivo usare questa parola?? Anzi, in realtà posso dire di averla sentita soltanto un paio di volte in quasi 35 anni!
Non meravigliarti se sottolineo la parola che hai usato, lo faccio soltanto perché a me piace sempre moltissimo quando sento utilizzare parole poco comuni, danno un altro sapore a ciò che uno dice. Quindi non stavo ironizzando, ma al contrario era un complimento.
Comunque grazie per la visita al blog e per l’apprezzamento la post, presto farò un salto io dalle tue parti. E con piacere… ciaoooo..
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Pattyrose ha detto:
Ed è il sapore giusto!!! Grazie a te!!!
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giacomoroma ha detto:
🙂 🙂
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